Uomo del mio tempo, lezione del 4 aprile

Uomo del mio tempo, di Salvatore Quasimodo

UOMO DEL MIO TEMPO.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Sant’Anna di Stazzema

Cominciamo il percorso sulla Costituzione italiana che culminerà il 19 maggio con l’incontro con il prof. Leonardo Bianchi. Iniziamo preparando l’uscita (o meglio, il pellegrinaggio, come vedremo) a Sant’Anna di Stazzema

sant'anna

IL CONTESTO STORICO:

L’Italia il 10 giugno 1940 entrò nella Seconda Guerra Mondiale a fianco della Germania di Hitler e del Giappone contro Francia, Inghilterra, Russia e, in seguito, Stati Uniti. Mussolini era convinto che si sarebbe trattato di una guerra lampo e che nel giro di pochi mesi Italia e Germania avrebbero conquistato l’Europa. Così non fu.

Nel mese di luglio del 1943 a Mussolini fu tolto il potere e fu incarcerato. Il nuovo presidente del Consiglio si chiamava Badoglio. L’8 settembre 1943 Badoglio firmò un armistizio, cioè una pace separata con gli Americani. La firma avvenne in segreto e i tedeschi scoprirono solo il giorno dopo che il governo italiano, in un momento di grande difficoltà, aveva deciso di uscire dalla guerra. La loro reazione fu durissima. Ci considerarono dei traditori.

I tedeschi erano presenti in Italia come alleati, ma nel giro di un giorno si trasformarono in occupanti spietati. L’Italia era spaccata in due: al sud erano sbarcati gli Americani che lentamente risalivano la penisola liberando città e regioni con l’aiuto dei partigiani italiani. Arrivati agli Appennini però, la battaglia si fece durissima: i nazisti in ritirata resistevano aiutati dalle montagne, gli Americani faticavano a superare la barriera naturale degli Appennini. Hitler fece liberare Mussolini e lo portò a Salò, sul lago di Garda, dove nacque la Repubblica Sociale Italiana che comprendeva tutte le regioni del centro nord Italia. Ogni uomo in età utile per combattere dovette scegliere: andare con i fascisti e i nazisti, diventare partigiano o nascondersi e sperare che la guerra finisse presto.

Per questo motivo il 1944 è stato l’anno in cui sono avvenute le stragi più terribili fatte dai nazisti in ritirata verso nord con l’aiuto dei fascisti loro alleati contro i partigiani, ma anche contro la popolazione civile. I civili aiutavano moltissimo i partigiani con vestiti e cibo perché spesso erano loro figli, conoscenti, parenti e perché, comunque, sapevano che aiutavano gli Americani per restituire la libertà all’Italia. Nel caso di Sant’Anna, tuttavia, i partigiani non erano mai stati in quella zona. La strage, quindi, è stata proprio contro i civili, senza nemmeno la “scusa” di voler colpire i partigiani.

Una mattina di agosto. La trasmissione RAI “La storia siamo noi” sulla strage di Sant’Anna di Stazzema.

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione.”
(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)

A che serve studiare? — 3D

Lettera di Mauro Gola, presidente degli industriali di Cuneo ai genitori dei ragazzi che stanno scegliendo in quale scuola superiore iscriversi

mauro gola

Leggiamola e capiamola. Parliamone. Ha ragione? Ha torto? Cosa condividiamo? Cosa no? Cosa gli vorremmo rispondere?

Qualcuno gli ha risposto davvero. Ecco qui la riflessione di Massimo Gramellini, giornalista che, fra le altre cose, scrive sul Corriere della Sera:

gramellini

«La lettera aperta in cui il presidente degli industriali di Cuneo esorta le famiglie con un figlio in età da liceo a fargli fare l’operaio ha il pregio di metterci davanti a una questione spesso elusa: a che cosa serve studiare?

Se la scuola ha solo il compito di formare dei lavoratori, allora il presidente Gola ha ragione. Poiché nei prossimi anni la sua provincia avrà bisogno di dieci filosofi, cento avvocati e quarantamila operai, l’industria dell’istruzione deve provvedere a fornirglieli in proporzione, a prescindere dalle ambizioni dei ragazzi e dei genitori, che la lettera definisce “aspetti emotivi e ideali” inconciliabili con “l’esame obiettivo della realtà”.

«Eppure qualche idealista emotivo crede ancora che la missione della scuola consista nel cambiarla, la realtà. Fornendo ai ragazzi gli strumenti per comprendere un discorso e magari scriverlo (la lettera del presidente — non ce ne voglia — comincia con una virgola tra il soggetto e il verbo).

E offrendo a tutti i meritevoli, anche se poveri, la possibilità di inseguire i propri talenti e migliorare la propria posizione sociale.

Per questo i nostri nonni si spezzavano la schiena pur di fare studiare i figli. Volevano che stessero meglio di loro: nel portafogli, ma anche nella testa e nel cuore.

Non è questione di preferire il lavoro intellettuale a quello manuale, entrambi nobilissimi. Solo di ricordarsi che la scuola non è nata per formare dei lavoratori, ma degli esseri umani»

scuola

 

Giorno della memoria 2018

Come ogni anno riflettiamo con i ragazzi di terza sull’obbligo che abbiamo di ricordare e tramandare il ricordo dell’Olocausto. Ci aiutano alcuni contributi e alcune testimonianza, anche in preparazione all’incontro con la signora Kitty Braun Falaschi, reduce di Ravensbruck che sarà nella nostra scuola martedì 23.

La mappa dei campi di concentramenti nella Germania nazista

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La testimonianza di Liliana Segre:

La canzone Auschwitz, dei Nomadi

Percorso sulle favole – 1A

Cari ragazzi di prima, qui trovate i link alle presentazioni usate in classe durante le lezioni di scrittura del venerdì: slides, indicazioni per i lavori di gruppo e individuali…

Buon lavoro!

prima lezione: le favole, roba da bambini?

seconda lezione 19 gennaio: i personaggi delle favole

terza lezione 26 gennaio: i dialoghi nelle favole

quarta lezione 2 febbraio: la morale della favola

Venerdì 9 febbraio ci sarà una piccola verifica. Ognuno di voi estrarrà a sorte un animale e dovrà scrivere una favola in cui quell’animale sia uno dei protagonisti. Per prepararvi rileggete queste presentazioni!